Traversata dei Camosci 10 Agosto 2013 dal Passo del Monte Moro (Macugnaga) 2868 m
difficoltà: PD-


Da Macugnaga, frazione di Staffa 1327 m, si sale in funivia al Passo del Monte Moro a 2810 m.

Dall'arrivo della funivia si inizia a camminare verso sinistra prendendo il sentiero che è scavato nella parete del Monte Moro. Si raggiunge la bocchetta di Galkerne 2904 m ed entrando in territorio svizzero si prosegue per residui nevai e sfasciumi rocciosi fino ad un grosso ometto situato al limite del ghiacciaio 3000 m.
Si attraversa in leggera salita verso ovest il ghiacciaio dello Scharerberg-Weisstor costeggiando la base delle cime che segnano la cresta di confine.
Superato il Corno Rosso si risale alla dorsale di confine ove ha inizio la cresta di Stenigalchi. La si percorre con facile e piacevole saliscendi fino alla bocchetta di Stenigalchi 3345 m posta alla base della Cima Orientale di Roffel dalla caratteristica forma piramidale.
Qui ha inizio la discesa sul versante di Macugnaga verso l'ex rifugio Sella, già visibile dalla bocchetta. La discesa non presenta mai passaggi tecnicamente difficili, ma è impegnativa per gli sfasciumi su cui ci si deve continuamente muovere.
Dal passo si scende sulla destra un ripido nevaio con l'aiuto di corde fisse (noi le abbiamo trovate sepolte dalla neve e siamo scesi restando alla sua sinistra).
Si procede traversando verso destra sino alla base di un canale che va risalito per arrivare alla Sella Bettineschi. Ci si dirige quindi verso il vicino ghiacciaio, sempre su un terreno molto instabile e ricco di detriti. Risalito il ghiacciaio lo si attraversa facilmente fino al suo temine. Percorso un breve tratto su grossi massi si perviene al rifugio Sella 309 m. Rifugio non custodito, ma con possibilità anche di cucinare. Rifugio però molto umido con coperte ammuffite.

In pessime condizioni anche il sentiero che dal rifugio riporta a Macugnaga, a tratti non segnalato e ricoperto dalla vegetazione.

Piacevole e molto panoramica la salita fino alla Bocchetta Stenigalchi, pericolosa invece la discesa sugli sfasciumi del versante italiano. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere davanti a noi la guida alpina Claudio Shranz, altrimenti la nostra discesa sarebbe stata molto più problematica.