Pizzo del Lesìno 1990 m - La Teia 1688 m - Türinell 1677 m - Pizzo delle Tre Croci 1638 m     13 Giugno 2014 da Bettola 213 m
difficoltà: EE/F


Dalla superstrada proveniente da Gravellona Toce uscire a Mergozzo, svoltando a sinistra si raggiunge subito il paese di Bettola; lasciare l'auto poco dopo il ponte della linea ferroviaria in un comodo parcheggio sulla sinistra.

Da Bettola 213 m si segue il sentierino, con l'indicazione Linea Cadorna passo del Sautì, che costeggia all'inizio la linea ferroviaria. Dopo aver superato un lavatoio si prosegue per la traccia di sentiero che diviene poi una comoda mulattiera militare, la Linea Cadorna. All'ultimo tornante un ometto indica che la via da seguire per l'alpe Corte e l'alpe Sautì è quella di abbandonare la mulattiera e di proseguire a sinistra per un traverso quasi in piano.
Si seguono con attenzione gli ometti e le tracce di sentiero che portano ai ruderi dell'Alpe Corte 675 m, ormai inghiottita dal bosco. Il traverso continua verso sinistra e raggiungo l’Ör Piciocch, dove scorre un torrentello. Si sale a sinistra in direzione del canalone di Bettola, e si perdono una quindicina di metri di dislivello con l'aiuto anche di alcune corde metalliche. Si risalgono molti tornantini nel bosco sulla destra del canale di Bettola, si raggiunge la pietraia, la si percorre per una ventina di metri, per poi svoltare a sinistra nel bosco. Si superano alcuni tratti esposti con l'aiuto di corde metalliche e si arriva al colletto panoramico degli Asaa, da dove si gode un notevole panorama sulla piana ossolana. Poco prima del Funtanin, un altro torrente dove è possibile fare rifornimento d'acqua, si perviene al bivio tra la Bocchetta di Lavattel, diritto, e la Bocchetta di Sautì, a sinistra. La traccia è debole e sale ripida fino alla zona dove nella primavera del 2013 è franato sul sentiero uno spicchio di parete Sud-Ovest del Pizzo delle Tre Croci. Senza particolari difficoltà si supera la zona franosa e si sale al ripido intaglio che porta alla bocchetta di Lavattel 1408 m, tra il Torrione di Bettola ed il Pizzo delle Tre Croci.
Si risale al Pizzo seguendo la cresta o nei punti più difficili restandone al di sotto sul versante della Val Grande, fino a toccare la prima vetta del Pizzo Tre Croci che è la più alta 1638 m anche se di pochi metri rispetto alle due successive. Si scende al Passo di Sautì aggirando una placca rocciosa sul lato Val Grande e si risale alla cima quotata 1677 m localmente detta Türinell.
Si scende alla successiva sella dove si trova un’apertura quadrata detta “La Porta” per poi ricominciare a salire e raggiungere la cima de La Teia 1688 m. Dopo aver perso nuovamente del dislivello fino al passo del Tita 1590 m si risalgono, con nuovi faticosi aggiramenti sulla boschina del lato Val Grande, le quattro gobbe che alcuni definiscono come i veri Corni di Nibbio.
Il Lesino è ora proprio di fronte e lo si risale direttamente per il crestone sud est o aggirando i passi più impegnativi sempre sul lato destro. Raggiunto l'ometto di vetta 1990 m si raggiunge facilmente anche la più bassa Cima Nord 1896 m, con un panorama da brivido sul Vallone di Nibbio e sulla parete Sud del Proman.

Per la discesa abbiamo ripercorso l'itinerario di salita fino alla bocchetta di Sautì 1550 m e da qui siamo scesi su percorso ben segnalato, da ometti e bolli gialli, fino alla baita diroccata dell’Alpe Sautì. In breve si arriva alla sorgente d'acqua del Funtanin ed al bivio incrociato all'andata per la Bocchetta di Lavattel.

Percorso senza nessuna difficoltà tecnica, ma estremamente impegnativo e dal dislivello notevole, considerati i vari sali scendi saranno oltre i 2200 metri! E ci si trova spesso aggrappati ai rododendri, all'erba, ai rami degli ontanelli...Non abbiamo mai usato le due corde da 30 m che avevamo nello zaino, ma era sicuramente meglio averle con sè. Per l'intero giro abbiamo impiegato 19 ore, comprese numerose, ma brevi soste. Di certo non ci ha aiutato la giornata molto calda in un posto dove l'acqua è presente solo un bel po' prima di giungere in cresta. Forse sarebbe stato meglio evitare la salita anche del Pizzo delle Tre Croci, ma dato che alla bocchetta di Lavattel eravamo già arrivati dalla Cima Corte Lorenzo volevamo concludere per intero la traversata dei Corni di Nibbio! Dimenticavo: abbiamo visto due vipere e tante zecche...