Monte Bianco 4810 m - Cresta dell'Innominata     8-9 Agosto 2020 da Chalet du Freney 1590 m (Val Veny)
difficoltà: D+


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Da Courmayeur seguire le indicazioni per la Val Veny ed il Rifugio Monzino. Superati sulla sinistra alcuni camping entrare nel bosco su una stradina dissestata a destra, e parcheggiare l’auto in un ampio parcheggio vicino all’argine del fiume in località Chalet du Freney 1590 m.

Dal parcheggio salire in circa 2 ore e mezza al rifugio Monzino 2561 m per sentiero segnalato con diversi tratti attrezzati.
Dal rifugio portarsi sulla morena soprastante e piegare a sinistra del versante Sud della Punta Innominata fino al ghiacciaio del Brouillard. Percorre il ghiacciaio con crepacci fino al Col du Freney 3641 m, e salire il ripido pendio nevoso, quindi piegare a sinistra e risalire le rocce della cresta Sud-Ovest del Pic Eccles fino ai bivacchi Eccles. Noi ci siamo fermati al bivacco più basso, il Crippa 3850 m. Fin qui AD, 6-7 ore.
La notte seguente, alle 2, siamo saliti al bivacco più alto ed abbiamo proseguito per il roccioso Pic Eccles. Poco prima della cima, con una calata ed un non semplice traverso a sinistra abbiamo raggiunto il colle Eccles 4021 m. Da qui una crestina di neve dura, molto delicata perchè percorsa senza ramponi, ci porta sul primo risalto della cresta dell'Innominata.
Con tratti di facile arrampicata arriviamo al passo chiave del diedro di 5b, che comunque grazie alla sicurezza della corda della guida supero abbastanza agevolmente, presenza anche di una corda fissa con cui azzerare i passi. Con un altro tiro attraversiamo il caratteristico buco ed arriviamo nella parte centrale della via. D'ora in poi dare una descrizione della salita è per me abbastanza complesso, anche perchè le condizioni della parete non sono ottimali, con poca neve, un po' di ghiaccio e tanti sassi mobili e sfasciumi. La nostra guida cerca quindi l'itinerario migliore, ma prima di raggiungere lo sperone del Brouillard dovremo mettere e togliere i ramponi almeno un paio di volte per attraversare diversi canalini di neve ghiacciata o per arrampicare su facili roccette ma spesso poco solide. Cercando comunque di piegare progressivamente a sinistra ci portiamo sotto una parete compatta con tetti che aggiriamo a sinistra per una rampa-canale nevosa con cui usciamo sullo sperone Brouillard. Ora con percorso più evidente e semplice lo seguiamo tutto fino a ricongiungerci alla cresta del Brouillard, 4650 m.
Seguiamo quindi la cresta fino alla cima del Monte Bianco di Courmayeur superando un promontorio roccioso e da questa continuiamo lungo la cresta a tratti esile e ghiacciata fino in cima al Monte Bianco 4810 m, 13 ore.

Per la discesa prendiamo la via normale del rifugio Gonella. Percorriamo quindi la comoda e ben innevata cresta delle Bosses fino alla capanna Vallot, scendiamo al pianoro sottostante, e quando la traccia risale al Dome du Gouter pieghiamo decisamente a sinistra per prendere la cresta di Bionnassay, che seguiamo fino al Piton des Italien. Scendiamo a sinistra su sfasciumi e solo grazie ad una calata possiamo accedere al ghiacciaio del Dome. Nonostante i grandi crepacci il ghiacciaio è solcato da una buona traccia ed è ancora in buone condizioni anche di pomeriggio e quindi velocemente raggiungiamo il rifugio Gonella 3072 m.
Dopo una breve sosta scendiamo a valle per il sentiero attrezzato (risestemato di recente) e percorso il lunghissimo ghiacciaio del Miage arriviamo alla risalita della morena proprio mentre inizia a fare buio. A causa di una frana e dell'assenza di indicazioni non riusciamo a trovare il punto di risalita e dobbiamo quindi attendere al freddo l'arriva della nuova alba per individuare nella zona centrale della morena un punto in cui possiamo superarla, e molto stanchi fare ritorno a Freney.

Salita molto impegnativa dal punto di vista fisico e mentale, sia per la lunghezza ed i dislivelli, che per le continue difficoltà. Superato il tratto di 5b che mi aveva maggiormente preoccupato pensavo che sarebbe bastato camminare per arrivare in vetta al Monte Bianco, ma in realtà le difficoltà maggiori dovevano forse ancora arrivare. La salita della cresta alterna infatti tratti di arrampicata su roccia molto bella a tratti di neve esposti e su pendii ghiacciati, sassi mobili, terra e pietrisco scivolosi...
Ambiente però grandioso, già emozionante attraversare il ghiacciaio per arrivare ai bivacchi, con l'imponente Pilone Rosso, l'Aiguille Noire de Peutery; ed eccezionale l'uscita in cresta per la Brouillard.
Sicuramente faticoso ed impegnativo, anche a livello mentale per la stanchezza ormai accumulata, pure il rientro per la normale del Gonella.
Era una salita che non era nei miei programmi, decisa da un giorno all’altro grazie all'invito della bravissima Guida Alpina Mauro Mairati senza la quale non avrei mai potuto avventurarmi in un itinerario del genere, e grazie a Francesco bravo e velocissimo su un itinerario di questo genere, dove come di dice Mauro più che il grado conta il sapersi muovere in modo delicato e tranquillo, ed io direi anche con molta velocità!


               

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