Tesa, tesa mi appari, e così tesa che mi viene alla mente la terra arida del deserto, con le sue numerose fessure, ed in quelle spaccature io sento di precipitare, se ancora ti guardo così tesa e se anche io lo dovessi divenire. Nero, a volte serve un po’ di nero, non perché sia la fine, ma per un poco riposare, per pulire lo sguardo così che possa poi tornare per riammirare i colori. Silente e centrato nel Sé, l’animo libero dalla rabbia e dal dolore, la mente aperta al cambiamento, il cuore sincero, la paura per sempre allontanata. Questa è la strada per l’unione con la gioia del Sé. Dimentica il dolore, dimentica la sofferenza. La strada è lunga, l’importante è percorrerla oggi con fiducia ed amore.
È troppo grande il dolore, è troppo grande la sofferenza, perché a te sola possa essere legata. È troppo forte la mia infelicità, è troppo antica la mia solitudine, perché tu sola ora possa essere la causa della mia infelicità. Perché non lasciare libero l’amore di posarsi dove vuole? Perché non guardare il mondo con respiro rilassato e non temere alcunché, non temere la morte, non temere la solitudine, perché il respiro ti è sempre vicino, è sempre presente in questo attimo di infinita gioia. Non ricordavo più il tocco delle tue mani, seppure così spesso prima d’allora la mia pelle avevano accarezzato, ma talmente piacevole è il loro contatto che ogni momento sembra non essere mai prima accaduto. Leggere, fresche quando il calore mi appesantisce la mente, calde quando il freddo mi chiude il cuore. Un brivido d’emozione e di riposo che scorrono dalla mia schiena fino al mio cuore che per un lungo momento si apre e diviene tutto per te, spaziosa dimora della tua anima e della mia. Lontana la felicità quando la paura d’esprimersi riconduce alle spoglie stanze del conosciuto. Uno sguardo, una voce, lontani da come vorrei fosse il mio cuore, lo raffreddano, lo spezzano, senza poterlo più ricomporre, per me.
Osservo un tranquillo lago in compagnia di un verde pino. Lago immobile, che pace che dai anche alla mia anima. Al tuo interno scorre la vita e nulla è fermo, ma il mio animo assorbe la tua pace, e si sente più vivo, pur nell'immobilità. Goccioline di nebbia, rinfrescano la mia mente e la schiariscono. Passo dopo passo le incontro e dalla mia fronte lavano via il tuo ricordo, le rughe che hai depositato all'interno di me. La polvere scorre via e mi sento nuovo, e nella nebbia, ora posso ritrovarmi. Fuoco, terra, pietre, è questo il nostro mondo. Veloce movimento di cui non riesco neppure a rendermene conto. Sfugge, alla mia percezione, nonostante focalizzi tutto il mio sguardo. Ma quante cose reali allora non percepisco? Come distante, posso allora essere anche dal tuo cuore, ed il mio non mostrare a nessuno, anche a mia insaputa.
O pianta immobile che continuo impercettibile movimento c'è sempre al tuo interno, mentre io sempre fisso rimango, nonostante il mio continuo correre. Aria, che sei di tutti e tutti ci accomuni, come posso ora sentirmi da te separato quando la tua aria io ora sto respirando? Non posso, ora non amare anche te che prima d’ora così lontano m’apparivi! Piccola agenda, scorrono i giorni sulle pagine, non sia una piccola vita, scorsa invano ed accatastata infine in una pila di polvere, fastidiosa e senza valore
Una gioia infinita inonda il mio cuore e vorrei donartela, ma non è più possibile. Allora la guardo e sono felice che sia mia, così, forse senza nessun motivo. Cerco di sentire da dove proviene; forse è il mio cuore, mi rilasso, vorrei che uscisse di schianto per spezzare il mondo intero, ma deve essere controllata, ma non sono contratto, lentamente fuoriesce, e ovunque si posa, ma il mio cuore ne è sempre ricolmo. Diritta è la linea, il colore può variare, ma diritta è la linea. Rosso, blu o nero, quale importanza ha? Diritta e sottile è la linea, come vellutata sul foglio rimane la linea, e non si può sbagliare, perché diritta e soave è la linea. Cammino, e gli alberi mi parlano e mi sospingono a vivere. Loro, che sono immobili, mi parlano e mi ricordano del loro amore. Li sento vibrare, li riconosco, sono lì, solo per me. Ma non sono miei e di questo ne sono felice. Anche il mio animo parla, alla loro linfa, ed amandoli, ne sono ancora felice.
Che silenzio! Nella mente calma di pensieri e desideri, ma ora non vi è più spazio per attaccarsi ad ognuno di essi, e che pace e che silenzio nella libertà del respiro, che ora riempie la mente intera. Un foglio bianco, su cui ogni cosa poter scrivere, o forse non scrivere nulla, così che ogni cosa, per davvero, esso possa poi contenere. Un abbraccio che non ti ho mai donato, un abbraccio che non mi sono mai regalato, non che non lo volessi, non che tu non lo avresti voluto, ora te lo affido, perchè mi sento più libero, e non più sono costretto nel trattenerlo. Un abbraccio ti lascio ed un abbraccio, così, anche io ricevo. Ti voglio bene papà, una frase che non ti ho mai detto, una frase che ora è piacevole scrivere, una frase che anche in te rimane, una frase che è qui, con me e con te.
Respiro, sempre uguale tu sei, ma così sempre diverso; all'interno, così come nelle tue parti più sottili. Su e giù, liberamente te ne vai, ma non solo, in ogni anfratto del corpo tu sei anche diretto, per portare luce e calore, Eterno compagno delle mie ore, tu basti per essere vivi, e vivo tu sarai anche quando questo corpo che ami, non più ci sarà. E questo, anche a me, non può che rallegrare, pensando a quando non più ti sentirò. Ti lascio andare via, non ti posso più trattenere. Se non ti ho voluto per sempre, perché continuare a fermare la tua corsa? Perché allora ti rincorro? Perché non riuscire a sostenere il tuo sguardo, rilassato? Devo smettere di correre, mi fermo e mi guardo, almeno che possa sostenere il mio, di volto. Allora una pace investe il mio animo e vorrei donartela, ma non posso non lasciarti andare via, e resto, per assaporare la mia pace. Arcobaleno, che tutti i colori raccogli, anche la tua forma è sinuosa, ed io vorrei raggiungerla, per riposare, su di te disteso, nell'abbraccio dei tuoi caldi colori, arcobaleno dai mille colori.
Respiro, e cos'altro? Il respiro in sé, svela ed apre le porte del mistero del cuore. Il silenzio nella gola, distende l’amore liberandolo nello spazio infinito. Calarsi nel profondo, nel profondo all’interno di sé. Calarsi all’interno, all’interno, per scoprire quello che è sempre stato. Fermarsi e guardare all’interno, guardando dentro. Dov’è il dolore? Dov’è la sofferenza? Dov’è l’abbandono? Dov’è il rifiuto? La gioia e la pace lì sono riposte. Sentile. Vivile! Tu sei gioia e pace. Gioia e pace. Gioia e pace!
Dentro me stesso, dentro me stesso sento il bisogno di rimanere. Dentro me stesso sento il bisogno di riposare. Dentro me stesso sento il bisogno d’ascoltare dolci parole d’amore. Dentro me stesso sento il bisogno d’abbracciare il mondo intero. Sussurra una voce, ma non ho più orecchie per ascoltarla. E parlo, senza più voce nella mia gola. Un volo nel cielo, oggi con lo sguardo limpido posso scorgere. Quello che prima non osavo chiedere, per paura della vita.
In un istante, come per magia, riappare in me il respiro, ed allora tutto si svela nella sua eterna perfezione... e sento ancora il profumo della nuova primavera. Oggi come ieri, lo stesso dolore fortissimo è sopraggiunto a soverchiare il mio animo, annullando ogni mia possibilità di salvezza. Ma serve forse, che io esca da questo immenso dolore? E se qui in tua compagnia, oggi io rimanessi, incapace di fare altro, non troverei forse io, nella tua presenza, l'amore che ho sempre cercato? Un po' di riso, un po' di acqua, una luce da guardare, un nuovo cuore da incontrare, cos'altro ricercare? Che la notte sia serena!
Guardando lontano, ma all'interno di sè, non c'è più alcuna differenza, le lontananze si annullano e l'amore ritorna. Ascolto, ma non sento, guardo, ma non vedo, dov'è il tuo amore io non trovo. Nel respiro di una vita intera, dalla tristezza non sono sopraffatto finchè il respiro sento dentro di me. Un dolore in fondo al cuore che non riesco ad eliminare, ma forse, solo, perchè non più lo posso trovare, nel respiro è volato via.
In ogni cosa cerco il respiro ma non lo trovo se non nei tuoi occhi, ma so che è ovunque ed allora continuo a cercarlo. Se non senti il mio abbraccio come potrai ascoltare le mie mille parole? Inutili scorreranno nel vuoto dell'oblio e tristemente si disperderanno insieme alle tue. Una ferita di rosso sangue le tue parole hanno ancora riaperto, ma non sei tu ad averla creata, ed allora, la guardo con amore.

    Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica