Punta Fourà 3411 m Lago della Civetta 2480 m
difficoltà: PD+

Da Ivrea si prosegue per Courgnè e risalendo la Valle Orco si arriva a Ceresole Reale. Si continua per il Colle del Nivolet, si oltrepassano il Lago Serrù ed il Lago Agnel e dopo un paio di chilometri si parcheggia sulla strada nei pressi di un tornante dove sono posti vari cartelli indicatori.

Parcheggiata l'auto si segue la mulattiera della strada Reale, segnavia 550, seguendo le indicazioni per i Colli della Terra e della Porta. Si costeggia sulla destra il primo lago della Civetta o Laghi Losere e si prosegue per un lungo mezzacosta in direzione est. Dopo circa un'ora e dopo aver superato una casermetta si abbandona la mulattiera e si prende la traccia che sale sulla sinistra verso l’alpe Comba. Seguendo gli ometti si sale al bellissimo laghetto del Gias di Beu e procedendo sempre in direzione nord est si superano delle stupende placconate glaciali che portano al vasto pianoro del ghiacciaio sottostante la parete ovest della Punta Fourà. Senza raggiungere il Colle di Punta Fourà 3187 m si piega a destra e si risale il facile crestone nord ovest della Fourà, salita per nevai o sfasciume. L'unico passaggio un poco più difficile è posto a poche decine di metri dalla vetta dove seguendo gli ometti e i bolli gialli si supera una paretina rocciosa sulla sinistra. Facilmente per pietrame si arriva alla Croce di Vetta, posta sull'anticima all´estremità nord ovest della cresta sommitale, fin qui EE/F.
Dalla croce si segue il filo di cresta, inizialmente facile fino ad incontrare la prima difficoltà costituita da un breve, ma esposto gradino che si supera a sinistra, grosso friend incastrato. Procedendo per terreno più facile si arriva sulla cima del torrione centrale della cresta. Lo si discende attrezzando una breve doppia III+, utile lasciare una corda per la risalita, passaggio poco assicurabile. Procedendo più facilmente si arriva sulla sommità di un secondo torrione, da qui si scende di qualche metro ad un intaglio da dove si può ammirare a sinistra lo spettacolare arco naturale che caratterizza la montagna. Per risalire alla vetta 3411 m bisogna superare sulla sinistra una breve, ma molto esposta e leggermente strapiombante paretina di III°, chiodo per assiurare.

Breve ma divertente la cresta tra cima ed anticima con qualche passaggio di II/III° da fare sia in salita che in discesa.
Peccato per lo scarso panorama compromesso dalle molte nubi.